I progressi nella prevenzione e cura della patologia diabetica hanno determinato un miglioramento della qualità di vita dei diabetici, con un relativo incremento dell’aspettativa di vita che non differisce da quella della popolazione non diabetica.

 

Oggi il vero problema è legato alle complicanze croniche del diabete. Sempre più importante tra queste è il ruolo assunto dal “piede diabetico” che comporta un ingente numero di ricoveri ospedalieri e costi sempre più importanti legati all’elevato tasso di incidenza.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stimato che nel 2000 il 3% della popolazione mondiale era affetta da diabete mellito e che tale prevalenza sarà raddoppiata entro il 2030; da questo dato si può facilmente immaginare quale dimensione possa assumere tale patologia: circa il 15% dei diabetici nel corso della vita andrà incontro a “lesioni ai piedi” (ulcerazioni e amputazioni) che costituiscono la principale causa di morbidità e mortalità.

Il problema principale legato ad un’ulcera è proprio il rischio di sviluppare una successiva amputazione maggiore (al di sopra della caviglia); a questo proposito è importante sapere, infatti, che il piede diabetico è causa di oltre il 50% delle amputazioni non traumatiche nei paesi evoluti.

 

Riflettere su questi dati ci permette di comprendere meglio l’importanza di trattare precocemente ed efficacemente la sede della lesione mettendo in campo tutte le competenze necessarie al conseguimento dell’obbiettivo.

 

L’arma a disposizione del paziente diabetico per evitare danni ai propri piedi è la prevenzione.

È possibile parlare di piede diabetico in presenza di danno alle arterie (arteriopatia diabetica) o ai nervi (neuropatia diabetica) degli arti inferiori e conseguente compromissione della funzionalità e della struttura del piede.

Se il piede vascolare (ischemico) è causato da un insufficiente apporto di sangue agli arti inferiori attraverso le arterie, il piede neuropatico è causato da un’alterazione dei nervi che controllano la sensibilità e la motricità degli arti inferiori. Spesso le due alterazioni coesistono e possono complicarsi se ad esse è associata un’infezione.

 

Tra le regole più importanti che ogni utente dovrebbe rispettare c’è il controllo frequente della pianta del piede e l’ispezione della calzatura per scongiurare la presenza di corpi estranei o cuciture nei punti di maggior frizione.

 

Orthogea offre un servizio specializzato per la gestione del piede diabetico, disponendo di personale qualificato e di un’area tecnica dedicata alla progettazione e sviluppo di soluzioni ortoprotesiche su misura (calzature, plantari e protesi di arto inferiore).

Ci avvaliamo di partner d’eccellenza nel trattamento della patologia diabetica e supportiamo i nostri ragazzi per lo svolgimento di attività formative teoriche e tecnico-pratiche per garantire i più alti standard qualitativi e non trascurare gli aggiornamenti provenienti dal panorama mondiale.

 

Attenzione: il Piede diabetico solitamente rappresenta la punta di un iceberg, al di sotto della quale coesistono un insieme di altre problematiche, legate in un modo o nell’altro al diabete e che necessitano di essere trattate contemporaneamente al piede attraverso il supporto di un team multidisciplinare qualificato.

Ciò rende il diabetico con ulcera del piede un paziente particolarmente complesso e fragile. Le informazioni presenti nel sito devono servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica.

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